Il 25 novembre è la data scelta dalle Nazioni Unite nel 1999 per sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno, in ricordo dell’assassinio delle tre sorelle Mirabal, avvenuto nel 1969 nella Repubblica Domenicana durante il regime di Trujillo. Le sorelle Mirabal furono assassinate il 25 novembre 1960 perchè si erano opposte alla tirannia di un governo brutale come quello di Rafael Leonidas Trujillo.
L’Eurispes ha raccolti alcuni dati solo nel nostro Paese: ogni due giorni avviene un femminicidio, 25 casi di stalking ogni 24 ore e 14 milioni di atti di violenza commessi in un solo anno.
Per quanto al giorno d’oggi l’opinione pubblica sia sensibilizzata al tema, le denunce sono ancora poche. Il problema è che la rete che si muove intorno alla vittima di violenza è ancora carente dal sistema sanitario a quello giudiziario.
Il ruolo dello psicologo, appositamente formato e con competenze specifiche è di fondamentale importanza, riconosce la violenza e i danni che essa provoca, non solo alla donna stessa, ma a tutto il contesto che la circonda ed in particolare ai figli. Del resto, secondo i dati dell’Oms (2010) i bambini maschi che assistono o subiscono violenza nella famiglia d’origine hanno maggior probabilità di diventare violenti in età adulta.
Lo psicologo punta a sostenere ed accompagnare la donna nel suo percorso di consapevolezza delle proprie risorse e capacità nell’uscita dalla situazione violenta, al fine di non ritrovarsi in situazioni simili o peggiori, come può accadere se non c’è rivisitazione critica della propria situazione. Lo psicologo non giudica, ma accompagna la donna nel proprio percorso di consapevolezza, in modo che essa stessa possa valutare gli estremi di una possibile denuncia.