La Psicopatologia da web: internet e le nuove dipendenze

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La Psicopatologia da web: internet e le nuove dipendenze

Il 18 gennaio 2016 presso il policlinico Gemelli di Roma è stato inaugurato il nuovo Centro Pediatrico Interdipartimentale per la Psicopatologia da web, finalizzato all’aiuto di bambini e ragazzi che hanno subito danni fisici e psicologici in seguito ad un uso intenso ed eccessivo delle nuove tecnologie.

“Il Centro, il primo in Italia che integra discipline diverse nello stesso percorso clinico, nasce dalla collaborazione tra l’Area Neuroscienze e l’Area Pediatrica del Policlinico A. Gemelli, per la presa incarico di un numero crescente di patologie legate alla grande diffusione di internet e delle applicazioni digitali”, ha spiegato Federico Tonioni, Responsabile dell’Area delle Dipendenze da Sostanze e delle Dipendenze Comportamentali  della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli.

In effetti la “semplice” dipendenza da Internet, detta anche Internet addiction disorder (IAD), inserito nella terza parte dell’ultima versione del manuale diagnostico dei disturbi mentali, il DSM-V, dove viene proposto l’approfondimento della diagnosi per “Internet Gaming Disorder”, è solo uno degli aspetti che riguarda le New Addicitons, in cui si annovera l’uso smodato di diversi dispositivi, soprattutto tablet  e smartphone.

Lontano da facili demonizzazioni di queste tecnologie che potenzialmente possono essere intese come risorse utili e divertenti, il problema delle nuove dipendenze si innesca quando è evidente un uso disfunzionale di alcuni dispositivi, tanto da andare a incidere sui processi di costruzione della propria identità, all’abbandono della socializzazione e a diverse problematiche legate alla percezione della realtà. Diverse ricerche hanno dimostrato la presenza di trasformazioni neurocognitive che richiedono tecniche cliniche e riabilitative.

Attualmente sono stati riconosciuti cinque tipi di dipendenza:

  • Dipendenza dalle relazioni virtuali (Cyber-Relational Addiction), caratterizzata da un’eccessiva tendenza ad instaurare rapporti d’amicizia o amorosi con persone conosciute in rete principalmente via chat, forum o social networks. In tale condizione, le relazioni online diventano rapidamente più importanti dei rapporti nella realtà con la famiglia e con gli amici reali.
  • Sovraccarico cognitivo (Information Overload), caratterizzato da una ricerca ossessiva di informazioni sul web: gli individui trascorrono sempre maggiori quantità di tempo nella ricerca e nell’organizzazione dei dati in rete.
  • Dipendenza dal sesso virtuale (Cybersexual Addiction), nella quale si individua un uso compulsivo di siti dedicati alla pornografia e al sesso virtuale. Gli individui sono di solito dediti allo scaricamento e all’utilizzo di materiale pornografico online, sono coinvolti in chat per soli adulti e possono manifestare masturbazione compulsiva.
  • Gioco Offline (Computer Addiction), caratterizzato dalla tendenza al coinvolgimento eccessivo in giochi virtuali che non prevedono l’interazione tra più giocatori e non sono giocati in rete.
  • Gioco Online (Net Compulsion), nel quale si evidenziano coinvolgimento eccessivo e comportamenti compulsivi collegati a varie attività online quali il gioco d’azzardo, lo shopping compulsivo, i giochi di ruolo.

A livello fisico queste forme di dipendenza sono legate a problematiche come l’obesità, la postura, la vista,  disturbi del sonno, cefalea.

A livello psicologico quando siamo davanti a un comportamento di dipendenza patologica sono molto le variabili interconnesse. Vediamo alcuni campanelli d’allarme da non sottovalutare:

–  Ritiro sociale:  passare molto tempo a casa e in solitudine, preferendo l’intrattenimento virtuale a quello reale;

Astinenza: l’IAD è legata al fallimento della capacità di controllo senza implicare un’intossicazione da sostanza. Di conseguenza se i soggetti sono per qualche ragione impossibilitati a usare computer o il dispositivo tecnologico, reagiscono in maniera impulsiva, perdendo il controllo delle proprie emozioni e divenendo fortemente  irritabili, ansiosi o tristi, con frequente agitazione psicomotoria.

–  Trascuratezza: disinteresse per le occupazioni personali, familiari o professionali;

Assuefazione: necessità di passare sempre più tempo con il computer/smartphone per ottenere soddisfazione.

Alcuni autori (Davis R.A 1999) hanno descritto l’IAD come una risposta disadattiva sostenuta da continui rinforzi che l’individuo riceve dal comportamento messo in atto. L’esperienza gratificante infatti aumenterebbe quando combinata con l’innalzamento e la stimolazione del tono dell’umore (es. la soddisfazione dovuta al senso di appartenenza sperimentato nei gruppi virtuali).

Il trattamento per queste forme di dipendenza è spesso associato a farmaci come stabilizzatori dell’umore e antidepressivi. Dal punto di vista psicologico il trattamento psicoterapeutico è vicino a quello utilizzato nei disturbi ossessivo compulsivi. Nella terapia cognitivo comportamentale l’obiettivo è quello di lavorare e portare alla consapevolezza le distorsioni cognitive del soggetto durante l’esposizione allo stimolo al fine di elaborarle e permettere di modificarle. Per attivare questa consapevolezza sono diversi gli autori che si soffermano sull’importanza di un diario del soggetto o comunque di una “tabella di  marcia” che consenta di riorganizzare in maniera anche molto pragmatica il tempo del soggetto per ridurre gradualmente le ore trascorse al computer.

Anche i gruppi terapeutici possono essere di grande aiuto in questi casi, soprattutto quando tra le cause della dipendenza vi è una scarsa presenza della rete sociale di appartenenza.

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