COME SMETTERE DI RIMUGINARE

Home/Blog/COME SMETTERE DI RIMUGINARE

COME SMETTERE DI RIMUGINARE

In genere, quando si è preoccupati per qualcosa, si tende a pensarci e a ripensarci. È un comportamento normale, perché in questo modo si cerca una soluzione per alleviare la tensione. Molto spesso, però, le fonti della nostra ansia non riguardano cose che possiamo controllare e continuare a focalizzare il nostro pensiero non aiuta, anzi, continua ad alimentare la paura e l’angoscia, facendoci entrare in un vortice di negatività dal quale è difficile uscire. Infatti, la tendenza a pensare ripetutamente alle proprie preoccupazioni è in psicologia definita “ruminazione” ed è associata all’insorgenza di disturbi mentali, in primis la depressione. Per un approfondimento sul tema, si può consultare l’articolo presente al seguente link: https://www.ipsico.it/news/rimuginio-ruminazione/. Come scrive Adrian Wells, celebre psicoterapeuta e autore di numerose pubblicazioni scientifiche, non è tanto un pensiero negativo a causare tristezza od altre emozioni spiacevoli, ma proprio il fatto di continuare ad alimentarlo attraverso la ruminazione, cioè rimuginando su di esso più e più volte.
Viceversa, anche tentare di scacciare questi pensieri non sortisce effetti positivi, perché, in realtà, più ci si sforza di non pensare a qualcosa, più si è spinti a pensarla.
Esistono tuttavia alcuni esercizi per aiutare le persone a smettere di rimuginare, senza però dover tentare di eliminare le preoccupazioni con l’esito paradossale di averne ancora di più. Qui di seguito, sono forniti alcuni semplici esempi, formulati in seconda persona per poter essere messi in pratica con facilità dal lettore.
Prima di svolgere una qualsiasi di queste consegne, è necessario prendersi del tempo per rilassarsi con qualche respiro profondo.
1. Esercizio delle nuvole: chiudi gli occhi e immagina un bel cielo azzurro. È normale che ti verranno in mente quei pensieri su cui tendi a concentrarti ossessivamente: pensa ad essi come a delle nuvole e prova a visualizzarle nel cielo. Le emozioni negative e le ansie, infatti, possono presentarsi anche nelle belle giornate, proprio come le nuvole quando c’è il sole. Come le nuvole, però, anche i pensieri vengono sospinti via dal vento o trafitte dai raggi di luce. Osservale mentre se ne vanno, veloci com’erano apparse.
2. Esercizio della montagna: chiudi gli occhi e immagina di essere una montagna. La tua vetta spicca nel cielo, forte e aguzza; sei statuaria ed elegante. Prova a visualizzare il paesaggio attorno a te, il sorgere del sole e il suo tramontare. Immagina di vedere i colori della primavera e il felice cantare degli uccellini; un temporale spaventoso con fulmini e tuoni in estate; le foglie colorate che cadono in autunno; l’inverno con la neve e i rami spogli degli alberi. Nonostante tutte le intemperie, belle o brutte che, proprio come i tuoi pensieri, possano capitare nel tuo mondo, tu non perdi la stabilità e la solidità che ti caratterizzano in quanto montagna. Nella vita quotidiana, prova ad immaginare le tue preoccupazioni come la pioggia, il vento o la neve che accadono attorno alla tua vetta: ci sono certo, ma sono fenomeni transitori.
3. Esercizio del fiume: ora, immagina che i tuoi pensieri scorrano su un ruscello. Osservali soltanto, senza giudicarli o tentare di eliminarli. Guardali mentre fluiscono davanti a te insieme all’acqua, per poi essere sospinti dalla corrente e farsi via via sempre più lontani.
All’inizio, è normale far fatica a visualizzare le diverse situazioni e a concentrarsi su di esse: è assolutamente comprensibile che le prime volte non si sentano grandi benefici. Tuttavia, se ci si allena con costanza gli esercizi saranno sempre più facili e si riuscirà a rilassarsi. In caso contrario, è opportuno contattare uno psicologo per avere una consulenza.
Bibliografia
Wells, A. (2011). Metacognitive therapy for anxiety and depression. Guilford press.

Share Button

About the Author:

ARCHE’ STUDIO DI PSICOLOGIA E PSICOTERAPIA

Le nostre 4 sedi a Roma:

  • Garbatella
  • San Giovanni
  • Monteverde
  • Nuovo Salario

Per informazioni scrivici a: info@archepsicologia.it