I BENEFICI DELLA PRATICA RESPIRATORIA

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I BENEFICI DELLA PRATICA RESPIRATORIA

La connessione mente-corpo
Che mente e corpo siano strettamente legati fra loro è un concetto ormai popolare e diffuso. Da sempre accettato come indiscutibile nella tradizione orientale, in quella occidentale si è però affermato soltanto recentemente, grazie ai diversi studi che hanno mostrato come psiche e corpo siano da intendersi come un sistema unico, inscindibile.
In psicologia, ciò è stato riscontrato fin dai primissimi studi svolti sulle emozioni, le quali sono proprio caratterizzate dal fatto di coinvolgere l’individuo sia sul piano somatico che su quello psichico: ad esempio, quando si ha paura si scatenano nel corpo diverse reazioni fisiologiche, come accelerazione del battito cardiaco e aumento dell’ormone del cortisolo; esse si accompagnano ad emozioni e pensieri di terrore. La relazione fra mente e fisiologia è stata infatti studiata da diversi autori, fra i quali uno dei più innovativi e autorevoli è Damasio.
Più tardi, altri ricercatori hanno approfondito la questione sino ad elaborare delle vere e proprie forme di psicoterapia basate anche sul coinvolgimento del corpo. Tra questi, non si può non citare Pat Odgen, il quale studiò in particolare gli effetti somatici dei traumi psicologici, scoprendo che intervenire sul corpo permetteva di riportare una condizione di equilibrio anche sulla mente. In Italia, un autore fondamentale rispetto a questo tema è invece Luciano Rispoli, esponente della psicoterapia funzionale, secondo cui l’essere umano va considerato in maniera olistica e globale analizzando tutti i suoi vari aspetti: pensieri, emozioni, ma anche movimento, fisicità, voce.

Il respiro: anello di congiunzione fra mente e corpo
Appurata l’interconnessione fra soma e psiche, la respirazione può essere assunta ad emblema di tale inscindibile unione.
La qualità e il ritmo del nostro respiro, infatti, è in stretto rapporto sia con il nostro corpo che con le nostre emozioni. Infatti, quando siamo tesi o spaventati, esso tende a divenire più frequente ed affannoso; in situazioni di rilassamento, è più lento e ampio. Anch’esso però condiziona a sua volta il nostro sistema psicofisico: se modulato volontariamente in modo da essere più profondo, provoca un abbassamento della sudorazione e della frequenza cardiaca, attiva il sistema nervoso parasimpatico e predispone il corpo- così come la mente- ad una condizione di calma e benessere. Come scrive Rizzi, psicoterapeuta funzionale che ha a lungo approfondito questo tema, la respirazione è infatti una funzione che, sebbene venga svolta in modo automatico, può essere considerata la “chiave di volta” fra corpo e mente. Ognuno di noi nasce con la capacità di modulare la propria respirazione sulla base della situazione; tuttavia, lo stress quotidiano può condurre ad una sclerotizzazione del respiro, che rimane costantemente frequente e toracico, come se si fosse perennemente in allerta. Per riportare corpo e mente ad una condizione di equilibrio e ripristinare un maggior benessere, sarebbe in questi casi necessario ricorrere invece alla respirazione diaframmatica, più ampia e profonda, che garantisce una serie di benefici sul sistema psicofisico.

I vantaggi della respirazione diaframmatica
Per capire l’importanza del muscolo del diaframma, è sufficiente riportare le parole di Andrew Taylor Still, fondatore dell’osteopatia: “Per mezzo mio vivete e per mezzo mio morite. Nelle mani ho potere di vita e morte, imparate a conoscermi e siate sereni“.
Infatti, la respirazione diaframmatica comporta una serie di benefici:
• Migliore ossigenazione del corpo
• Più efficace digestione
• Aumento della qualità del sonno
• Riduzione dello stress
• Regolazione delle proprie emozioni
• Migliori prestazioni cognitive e sportive
• Aumento della concentrazione
• Riduzione delle tensioni nel corpo
• Gestione dell’ansia

Un breve esercizio
Ma come si fa a respirare col diaframma? Per imparare, ci si può cimentare con questo semplice esercizio: distesi, con gli occhi chiusi, si appoggi una mano sul torace e l’altra sulla pancia. Si provi quindi a respirare cercando di muovere solo quest’ultima e di tenere ferma l’altra: più precisamente, quando si inspira si deve gonfiare la pancia, proprio come fosse un pallone, mentre quando si espira la si deve sgonfiare.
All’inizio, quando non si è abituati, questo esercizio può sembrare difficile, ma con il tempo e con la pratica diventa molto più semplice e i suoi effetti calmanti sono assicurati. Se però si avesse la sensazione di sperimentare del disagio o delle difficoltà nel farlo, è bene consultare uno psicologo per capire che cosa ostacoli il nostro respiro e, di conseguenza, il nostro benessere.

Bibliografia
Fisher, J. & Ogden, P. (2009). Sensorimotor Psychotherapy. In Courtois, C. A., Ford, K. D.(a cura di), Treating Complex Traumatic Stress Disorder. Guildford Press, New York-London.
Sitografia

https://www.psicoterapiafunzionale.it/2012/03/ansia-e-respiro/

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